I taccuini di Tarrou – 471 – Fuori posto

Un tempo esisteva il mondo ed esisteva la società, come entità separate, distinte, libere e indipendenti l’una dall’altra, autonome. Allora era possibile ribellarsi alla società, rifiutare i suoi pregiudizi, i suoi luoghi comuni, le sue convenzioni, emanciparsene, uscirne e trovare rifugio nel mondo, un posto alternativo nel mondo, il proprio posto.

Ma ora che il mondo e la società, secondo l’essenza dello spirito capitalistico-borghese, sono diventati una cosa sola, ribellarsi alla società significa ribellarsi al mondo intero ed essere condannati all’esclusione, all’emarginazione, alla solitudine. Non c’è più un posto nel mondo per colui che si ribella alla società. Non c’è più un posto da nessuna parte, neppure a casa propria. Vive, o meglio, esiste, perché c’è vita soltanto nella società e nel mondo, perennemente fuori posto, colui che si ribella alla società.

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